“[…] quel processo mediante il quale i consumatori/investitori migliorano le proprie cognizioni riguardo a prodotti, concetti e rischi in campo finanziario e, grazie a informazioni, istruzione e/o consigli imparziali, sviluppano le abilità e la fiducia nei propri mezzi necessarie ad acquisire maggiore consapevolezza delle opportunità e dei rischi finanziari, a fare scelte informate, a sapere dove rivolgersi per assistenza e a prendere altre iniziative efficaci per migliorare il benessere finanziario” (OECD – 2005)
EDUCAZIONE FINANZIARIA
Un investimento nel campo della conoscenza
paga i migliori interessi.
Benjamin Franklin
Educazione finanziaria
Azioni
Titoli di capitale, rappresentativi di una quota del capitale sociale della società emittente. Garantiscono al detentore diritti patrimoniali ( partecipazione agli utili ma anche alle perdite della società…) e diritti amministrativi: diritto di voto in assemblea,..), diritti di controllo (denuncia al collegio sindacale, al tribunale…). Sono titoli a reddito variabile: non esiste una scadenza prefissata e la restituzione della somma investita non è garantita; la remunerazione (dividendo) non è predefinita ma dipende dal livello di redditività dell’emittente.
Diversificazione
La diversificazione è la riduzione della rischiosità complessiva di un portafoglio finanziario, che si ottiene inserendo al suo interno strumenti finanziari i cui rendimenti non sono perfettamente correlati.
Exchange Traded Products (ETP):
Sono strumenti finanziari quotati che prevedono la replica passiva di un indice rappresentativo di una determinata attività finanziaria, materia prima, valuta…
ETF : Sono organismi di investimento collettivo del risparmio (fondi comuni o sicav) a gestione passiva, negoziati in borsa come normali titoli azionari.
ETC: Sono titoli senza scadenza emessi da una società veicolo a fronte dell’investimento diretto in una materia prima. Strumenti che possono essere efficaci per assumere esposizione in materie prime senza comprarle direttamente.
Obbligazioni
Sono titoli di debito emessi da società o enti pubblici che attribuiscono all’acquirente il diritto al rimborso del capitale prestato a una data scadenza più un interesse su tale somma.
Sono titoli a reddito fisso in quanto prevedono la restituzione del capitale inizialmente versato al termine del periodo di tempo prestabilito e una remunerazione periodica a titolo di interessi sul capitale investito (fissa o variabile)
Le obbligazioni sono considerate dal risparmiatore indistintamente investimenti a basso rischio, ma spesso hanno una strutturazione complessa che ne rendono “incomprensibili e nascosti” rischi e insidie, evidenti solo dopo un’accurata analisi di un consulente.
Organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR)
Sono strumenti finanziari che hanno la funzione di raggruppare le somme di più risparmiatori e investirle collettivamente come un unico patrimonio. I fondi comuni di investimento e le SICAV sono le due tipologie di OICR più conosciuti; differiscono solo formalmente perché in sostanza assolvono entrambi la funzione di gestire collettivamente le somme dei sottoscrittori.
Prima di sottoscrivere un OICR è necessario non solo capirne bene la politica di investimento e quindi il profilo di rischio/rendimento, ma anche valutarne attentamente tutti i costi, sinteticamente riportati in un indice TER (totale expense ratio), non sempre evidenziato al momento della sottoscrizione. Un consulente esperto e indipendente può valutare l’effettiva convenienza di inserire nel proprio portafoglio finanziario un OICR invece di ricorrere all’investimento diretto o a un ETF (strumento che replica passivamente l’andamento di una attività finanziaria e che hanno costi inferiori rispetto ai fondi comuni di investimento)
Piani individuali di risparmio (PIR)
Sono una forma di investimento introdotta con la legge di bilancio del 2017 per sostenere le piccole e medie imprese italiane, che prevede importanti agevolazioni fiscali per gli investitori.
Sono dei “contenitori fiscali” al cui interno è possibile far confluire varie tipologie di strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, fondi comuni, …) purché rispettino determinate caratteristiche previste dalla normativa.
In particolare affinché il contenitore sia considerato PIR e quindi goda dei benefici fiscali previsti (azzeramento del capitale gain e delle tasse di successione), gli investimenti devono rispettare le seguenti linee guida:
1) almeno il 70% del portafoglio del PIR deve essere investito in strumenti finanziari emessi da aziende italiane o europee con stabile organizzazione in Italia, escluse le imprese che operano nel settore immobiliare
2) di questo 70%, almeno il 30% del portafoglio del PIR (ovvero il 21% del totale investito) deve essere investito in titoli emessi da aziende non presenti sull’indice FTSE MIB di Borsa Italiana o su altri indici equivalenti di altri mercati regolamentati
3) il restante 30% può essere indirizzato verso altri strumenti finanziari, senza vincoli specifici, tranne un vincolo di concentrazione applicabile a tutto il portafoglio PIR : non si può investire più del 10% del patrimonio del PIR in strumenti finanziari dello stesso emittente o di società appartenenti al medesimo gruppo, o in depositi e conti correnti.
Il PIR è destinato unicamente alle persone fisiche residenti in Italia; ogni persona fisica può essere titolare di un solo piano di risparmio, e non può investire più di 30mila euro all’anno entro un limite complessivo di 150mila euro.
I benefici fiscali si ottengono solo se si mantiene l’investimento PIR per ALMENO 5 anni.
Nonostante la normativa preveda la possibilità di effettuare un investimento PIR attraverso sia la sottoscrizione di un fondo comune PIR sia l’apertura di un deposito amministrato PIR, oggi sono pochi gli intermediari che offrono la seconda opzione preferendo collocare prodotti gestiti spesso con commissioni di entrata, gestione e performance elevate, che ne tempo possono erodere i benefici fiscali. E’ consigliabile effettuare l’investimento PIR con il supporto di un consulente che evidenzi costi, rischi e opportunità.
Pianificazione finanziaria
È l’insieme delle decisioni di investimento del risparmio grazie alle quali è possibile raggiungere determinati obiettivi finanziari, assicurativi e previdenziali.
Le decisioni vanno prese seguendo un percorso logico in prospettiva dinamica e non statica, lungo tre direttrici principali:
1.Definizione del profilo finanziario
2.Definizione della strategia di portafoglio (asset allocation)
3.Revisione della strategia nel tempo
Primo passo per la corretta pianificazione è la definizione del profilo finanziario che dipende da:
1)Obiettivi
2)Orizzonte temporale
3)Propensione al rischio
Si procede, quindi, con la definizione della strategia di portafoglio che individua l’opportuno mix di strumenti finanziari coerenti con il profilo finanziario (asset allocation). E’ dimostrato che l’asset allocation è l’attività che nel tempo genera il maggior valore rendimento (circa il 90% del rendimento totale).
La pianificazione finanziaria non è un processo statico: il profilo finanziario va infatti rivisto nel tempo e l’asset allocation va modificata qualora non risulti più coerente in base a sopraggiunte variazioni nel profilo.
La pianificazione finanziaria è dunque un processo complesso da non sottovalutare; è fondamentale costruirla affiancati da esperti capaci e indipendenti che aiutino l’investitore a definire il proprio profilo finanziario, a individuare la coerente asset allocation e a implementarla con gli strumenti finanziari più efficienti.
Nella selezione degli strumenti finanziari, solo l’assenza di conflitti di interesse del consulente, garantisce la certezza che siano consigliati effettivamente gli strumenti più efficienti.
Previdenza integrativa
Il nostro sistema pensionistico è basato su due “pilastri”: il primo rappresentato dalla previdenza obbligatoria (Inps, Casse professionali, ecc.), assicura a tutti i cittadini la pensione di base; il secondo è rappresentato dalla previdenza complementare o integrativa, a cui è possibile aderire su base volontaria per garantirsi una pensione aggiuntiva a quella pubblica.
Il secondo pilastro, quindi, ha la funzione di integrare le prestazioni erogate dal sistema ad adesione obbligatoria.
Diversi sono gli strumenti con cui è possibile crearsi un secondo pilastro:
1)Fondo pensione negoziale o chiuso
2)Fondi pensione aperto
3)Piano previdenziale individuale (PIP), consistente in una vera e propria polizza assicurativa
Per individuare la corretta scelta, occorre effettuare un’attenta e approfondita analisi comparativa dei costi, della tipologia e delle prestazioni delle forme disponibili.
Propensione al rischio
È la massima disponibilità a sopportare perdite nel caso in cui durante la vita dell’investimento non siano prodotti i risultati sperati. Una corretta valutazione della propensione al rischio consente di effettuare scelte consapevoli limitando il rischio di assumere decisioni avventate e disallineate rispetto al proprio profilo finanziario, e, quindi, di dover modificare il portafoglio nei momenti di turbolenza e panico sui mercati.
Spread
La traduzione letterale dall’inglese è “differenziale”. Indica infatti il differenziale di rendimento tra due obbligazioni (societaria, governativa…): a parità di scadenza, maggiore è lo spread maggiore sarà il rendimento a scadenza della prima obbligazione, che, quindi, avrà impliciti maggiori rischi (insolvenza dell’emittente, liquidità, etc…) rispetto alla seconda.
Tasso di inflazione
Indica la variazione relativa nel tempo del livello generale dei prezzi; è una misura della variazione del potere di acquisto della moneta. Viene espresso in termini percentuali. Per mantenere nel tempo il valore reale del proprio patrimonio, occorre investirlo in maniera tale da ottenere un rendimento pari o superiore al tasso di inflazione.
Volatilità
La volatilità è una misura della variabilità del rendimento di un’attività finanziaria. E’utilizzata per dare una idea dell’entità delle oscillazioni e movimenti di prezzo di un bene o di una attività finanziaria. Al crescere della volatilità cresce quindi, la probabilità che la performance risulti molto elevata oppure molto contenuta, ossia cresce la probabilità che i movimenti di prezzo siano molto ampi, sia in aumento che in diminuzione. Maggiore è la volatilità, maggiore è il rischio associato a una data attività finanziaria.